AR e Computer Vision per la mobilità ridotta

Computer vision e realtà aumentata per le persone a mobilità ridotta

La tecnologia a supporto delle persone con disabilità.
Da Fondazione Mazzola e Key2 arriva un’app che sfrutta la computer vision e la realtà aumentata per permettere a persone con mobilità ridotta di riconoscere i sentieri e tracciarne l’accessibilità.

 

Fondazione Mazzola è una no profit con un grande sogno: quello di tracciare la mappa dell’accessibilità in Italia.
Un progetto che ha l’ambizione di creare la mappa di tutti i sentieri percorribili da parte di persone a ridotta mobilità, affinché possano in totale autonomia essere a conoscenza della percorribilità del sentiero prima di intraprenderlo.

Key2 ha deciso di collaborare ed affiancare la Fondazione Mazzola in questa opera di tracciamento, sviluppando un’app in grado di trasformare lo smartphone in uno scanner portatile con cui: rilevare il percorso, misurare gli ostacoli, identificare la tipologia di terreno, le asperità e le pendenze attraverso l’integrazione di tecnologie di AI e realtà aumentata.
I dati raccolti possono essere inoltre utilizzati per futuri piani di intervento e migliorare l’accessibilità di questi sentieri o stimare quali possono essere gli impatti economici di eventuali miglioramenti.

Programmare una passeggiata in un sentiero, quando si ha una disabilità motoria, risulta problematico.
Ostacoli sul territorio, superfici ostili, mancanza di spazio e gradini: la frustrazione può essere così grande da spingere a desistere e rinunciare. Per vincerla nasce la mappa per l’accessibilità: un’app che sfrutta la computer vision e la realtà aumentata per riconoscere i sentieri e tracciarne l’accessibilità e la percorribilità effettiva da parte di persone a mobilità ridotta.

“E’ un progetto più che ambizioso ma con la giusta tecnologia e la collaborazione delle istituzioni può diventare realtà” dice Carlo Mazzola. “Il nostro sogno è costruire la mappa Italiana dell’accessibilità”.

LA COMPUTER VISION PER VEDERE BUCHE E OSTACOLI

Dal punto di vista tecnologico e progettuale si sfrutta principalmente la computer vision, branca dell’Intelligenza Artificiale specializzata nell’interpretare immagini e video: una serie di algoritmi in grado, ad esempio, di riconoscere innanzitutto la tipologia di suolo, in seguito la presenza di ostacoli (gradini, buche, ostacoli naturali), calcolarne le relative distanze, infine dialogare con le cartografie per inviarne i risultati.

Gli algoritmi saranno installati all’interno di un device, dotato di telecamera che sarà messo a disposizione di volontari ed escursionisti per analizzare i percorsi durante le loro passeggiate, gite, sessioni di running ed inviare dati ad una piattaforma centralizzata che li colleziona.
“L’idea finale”, spiega Carlo Mazzola “è quella che ogni persona potrà in piena autonomia sapere se un percorso è ‘agibile’, prima di incamminarsi, evitando disagi e frustrazioni. Cosi daremo a tutti il diritto di svolgere attività sportive, ludiche e sociali.
“La fase iniziale del progetto ha richiesto circa sei mesi, ma siamo molto soddisfatti del punto in cui siamo e contiamo di poter avviare presto una sperimentazione operativa”, conclude Carlo Mazzola che, come tutta la fondazione, confida in questa nuova soluzione per rendere il mondo un posto sempre più di tutti, un piccolo passo alla volta. “Inizieremo nell’aprile 2024 una sperimentazione nel sud-ovest della Sardegna”.

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