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Learning Friday #3 pt2: le funzioni della blockchain

Il learning Friday #3 è stato tenuto da Fabiano Sarracco che ci ha introdotti nel mondo della blockchain.

La prima parte dell’intervento la trovate qui. La parte finale della lezione si è concentrata sulle commissioni ottimali di transazione e la blockchain fork.

 

In primis è necessario capire cosa sia la commissione della transazione e cosa comporti.

In gergo viene chiamata blockchain fee, ed è conosciuta come commissione “miners”. È una tassa di transazione bitcoin a carico degli utenti che eseguono una specifica operazione.Per spiegarla in termini pratici è una ricompensa per chi mette a disposizione la propria potenza computazionale per controllare e validare le operazioni.

 

Le commissioni hanno prezzi variabili.

Il nostro Fabiano ci ha spiegato come calcolare la commissione ottimale, in pochi passi.

Il primo step riguarda la forma che deve avere tale commissione. Essa deve essere misurata in Satoshi/byte. E la sua grandezza dipende, spesso, da quanto sia “affollato” il mempool. Nel mempool ci sono tutte le transazioni valide che non sono ancora state inserite in un blocco. Bisogna anche ricordare che il miner pesca dal mempool le transazioni da inserire nel blocco che sta minando. Per meglio comprendere l’unità di misura della commissione basti pensare che 1 Satoshi corrisponde a 10­-8 BTC.

La blockchain fork: tra hard e soft

La rete blockchain ha le caratteristiche di una rete aperta, e quindi presenta, anche, delle biforcazioni. Queste vengono chiamate “Fork”.

Le biforcazioni si creano quando il software di diversi minatori si disallinea. È la rete di miner che, successivamente alla biforcazione, decide quale rete continuare ad utilizzare. Quando non vi sono decisioni unanimi si creano due versioni della blockchain.

Esistono due tipi di miner: quelli che aggiornano e quelli che non aggiornano il software. Oltre tale differenza bisogna anche pensare che i blocchi minati da un gruppo possono essere considerati non validi per l’altro.

Cosa comportano le biforcazioni della blockchain?

Le biforcazioni danno vita a cambiamenti nel protocollo del software della blockchain. Solitamente sono associate alla creazione di nuovi token.

 

Hard Fork Vs Soft Fork

Le biforcazioni, ovvero, i fork, possono essere soft o hard.

Un hard fork è un cambiamento radicale del software e necessita dell’aggiornamento da parte di tutti gli utenti all’ultima versione del software. Però è bene sapere che, i nodi sulla versione precedente del software non saranno più accettati sulla nuova. Questo perché l’hard fork è una divergenza permanente.

Il soft fork, invece, è una modifica retrocompatibile. In questo modo la blockchain aggiornata è responsabile dell’approvazione delle transazioni, ma i nodi che vengono aggiornati considerano comunque validi i nuovi blocchi.

Tale meccanismo, però, funziona in una sola direzione. Difatti per far funzionare un soft fork è necessario che la maggior parte dei minatori faccia l’aggiornamento. Maggiore è il numero di minatori che accetta le nuove regole, maggiore sarà la sicurezza della rete dopo la biforcazione.

L’ hard fork, a differenza, del soft comporta delle difficioltà. La prima riguarda il disaccordo fra gli stakeholder, la seconda è la probabilità di formazione di 2 criptovalute differenti. In questo caso i possessori della valuta originaria si ritrovano la stessa quantità della nuova valuta. A questo punto è il mercato che decide quale viene utilizzata.

Il 1 agosto 2017 si è concretizzata questa ipotesi.

C’è stato un fork nella catena di bitcoin. Una parte dei nodi ha iniziato a minare secondo una modalità diversa. Chi aveva i bitcoin prima di agosto si è trovato ad avere la stessa quantità della nuova criptovaluta. Da quella data infatti si è avuto il primo importante upgrade per i bitcoin.

La blockchain è un argomento complesso e pieno di sfaccettature. Il nostro Fabiano, però, è riuscito ad offrirci una panoramica completa sulla sua funzione ed il suo significato.

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